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ToggleQuando si parla di mining di bitcoin, ci si imbatte sempre nel termine ‘mining pool’, che potrebbe essere tradotto letteralmente come piscina mineraria.
Ma cos’è una mining pool? Come funziona e quali vantaggi e svantaggi implicano queste reti di mining per Bitcoin?
Se una persona decide di diventare un minatore di Bitcoin, la prima cosa che dovrà fare è investire in un’attrezzatura di mining di Bitcoin, i cui costi possono superare i 5 mila euro, senza considerare quanto tempo ci vuole per estrarre un bitcoin.
Inoltre non bisogna dimenticare che il mining di Bitcoin è un processo casuale ed è impossibile sapere quando risolverai un blocco. Ciò che è possibile prevedere è che, se vuoi darti al mining in solitario, è molto probabile che per risolvere un blocco potresti tardare anni, oltre a dover assumere gli esorbitanti costi delle apparecchiature e della corrente.
Ed è per risolvere tale problema che nascono le mining pools.
Possiamo definire le mining pool di bitcoin come gruppi decentralizzati organizzati e gestiti da terze parti per coordinare il potere hash dei minatori di tutto il mondo e quindi condividere qualsiasi bitcoin risultante in maniera proporzionale all’hash power contribuito dal pool.
Le mining pool sono un modo per i singoli minatori di combinare il loro potere hash in modo che possano minare come se fossero un unico grande minatore.
I singoli minatori (nel contesto del mining in pool, questi sono denominati “hash”) condividono la ricompensa di qualsiasi blocco trovato dal pool, basato sulla loro quota contributiva data dal potere dell’hash.
Con l’estrazione in pool, i minatori possono guadagnare un reddito relativamente costante, invece di un’enorme quota sporadicamente.
Esistono diverse varianti di mining pool e di volta in volta vengono proposti e introdotti nuovi metodi.
In genere, tuttavia, una pool è una piattaforma con software specializzato in cui i miner combinano la potenza di calcolo delle loro apparecchiature per un’estrazione più efficiente di una specifica criptovaluta.
Ci sono pool che funzionano su algoritmo Proof-of-Work (PoW), Proof-of-Stake (PoS) o schema ibrido Proof-of-Work + Proof-of-Stake.
Il mining pool distribuisce la ricompensa prodotta dagli sforzi congiunti tra i nodi in proporzione al loro contributo. Il contributo si chiama ‘share’. I contributi sono “blocchi falliti”, cioè tentativi di trovare un blocco valido che il miner ha creato. Il miner viene premiato per tutti questi tentativi.
L’operatore del mining pool controlla solo la validità dei blocchi forniti dai partecipanti.
Una volta che uno dei partecipanti trova un blocco valido, la pool lo confronta con la difficoltà attuale dell’intera rete e lo invia alla comune rete Bitcoin per la verifica, dove viene convalidato da altri nodi.
Una volta ricevuta la convalida, la pool conta il contributo (share) di ciascun partecipante e distribuisce il premio in base alle sue commissioni.
Dunque le mining pool pagano i miners per il loro tasso di hash, in base al valore atteso del tasso di hash. Maggiore è il tasso di hash di un minatore, minore sarà l’obiettivo della quota e il minatore sarà equamente ricompensato per il lavoro “più duro”.
Una delle prime domande che i potenziali minatori di criptovaluta devono affrontare è se è più vantaggioso estrarre da soli o unirsi a un “pool”.
Beh, in entrambe i casi, i pro ei contro sono esattamente gli stessi.
Se decidi di ‘navigare’ da solo, il vantaggio è che non dovrai condividere la ricompensa. Tuttavia, le probabilità di ottenere una ricompensa sono molto scarse. Al contrario, mentre una mining pool ha molte più probabilità di risolvere un blocco e, quindi, di ottenere la ricompensa, quest’ultima verrà suddivisa tra tutti i membri della pool.
Dunque non sarebbe corretto affermare che minare bitcoin in una pool è più redditizio che minare in solitario.
Tuttavia, se valutiamo la redditività del mining a lungo termine, minare con una pool garantirebbe delle entrate più stabili, dato che le pool pagano una ricompensa costante.
Inoltre, con il processo di mining ci sono molte sfide tecniche che provocano anche delle perdite e in tal caso le pool hanno ridotto al minimo queste perdite, perfezionando al massimo il processo di mining.
Le mining pool sono nate nel 2010 e sono diventate rapidamente molto popolari.
All’inizio del 2015, la stragrande maggioranza dei miner di Bitcoin faceva già parte delle pool.
Nel giugno 2014, Ghash.io, uno delle pool più popolari (operò fino al 2016), divenne così grande da contenere il 50% dell’intera capacità della rete Bitcoin.
Fortunatamente oggi la situazione dei mining pool è molto diversa e la possibilità che un pool raggiunga il 51% della rete non è più la preoccupazione principale come accadeva qualche anno fa.
Se ci si vuole lanciare nel mondo delle mining pool ma non si sa qual’è la migliore pool da scegliere, ti illustreremo di seguito quali sono i fattori che ti consigliamo di tenere d’occhio al momento della scelta di una mining pool di Bitcoin nella quale entrare:
Oggi le pool più popolari sono Poolin, F2Pool, BTC.com, AntPool, ViaBTC.
Non esiste una risposta precisa dato che, come abbiamo appena visto, il tempo per il mining dipende da alcuni fattori come la potenza di calcolo, il tipo di attrezzatura e il tipo di concorrenza.
La ricompensa per la risoluzione di un blocco cambia nel tempo (che mediamente cambia ogni circa 4 anni: Bitcoin Halving) , e attualmente è pari a 12,5 BTC.
In una situazione ideale, con la più alta potenza di calcolo e l’attrezzatura ideale, dovrebbero essere necessari circa 10 minuti per estrarre 1 BTC.
Ma, come detto, si tratta di una situazione ideale che non trova facile riscontro nella realtà.
Se teniamo in considerazione il tasso di difficoltà di oggi, un miner solitario, con l’attrezzatura di mining più efficiente, potrebbe impiegare quasi cinque anni per estrarre un solo bitcoin.
I minatori di bitcoin esistono dalla data della sua creazione, il 2009. Oggi, solo gli Stati Uniti vantano quasi 2.625 minatori o nodi attivi, seguiti da Germania e Francia con rispettivamente circa 2022 e 700 nodi. Questi tre paesi hanno il maggior numero di singoli minatori.
Come abbiamo visto, ottenere profitti dall’estrazione di Bitcoin può richiedere molto tempo e, come accade con altre forme di investimento, ci sono sempre rischi elevati se si vogliono ottenere ricompense elevate.
Dunque possiamo dire che il mining di Bitcoin può essere un’attività redditizia per coloro che possono permettersi le migliori attrezzature o contratti minerari.
Tuttavia, per i minatori su piccola scala, la cosa diventa di gran lunga più difficile, soprattutto se pensiamo agli halving che dimezzano ogni volta le ricompense dei blocchi e che avvengono ogni 4 anni, ovvero ogni volta che vengono estratti 210.000 bitcoin.
Bitcoin è stata la prima criptovaluta a utilizzare l’algoritmo SHA-256 come parte del suo schema di Proof Of Work (prova di lavoro), che richiede una quantità incredibile di sforzo della CPU. L’hashing SHA-256 è un processo potente che non tutti i computer sono in grado di gestire.
Dunque, se vuoi minare bitcoin con il tuo pc, è necessario utilizzare un sistema hardware del computer altamente efficiente, con una elevata potenza di calcolo e in grado di utilizzare la minor quantità di energia elettrica possibile.
I circuiti integrati specifici per le applicazioni (ASIC), gli array di gate programmabili sul campo (FPGA) e le unità di elaborazione grafica (GPU) sono l’hardware di mining più comunemente usati oggigiorno.
Gli ASIC sono in generale i dispositivi di mining preferiti dai miners di bitcoin.
Gli ASIC sono progettati per eseguire calcoli hash più velocemente senza consumare troppa energia, già che vantano hashrate di 40–60+ TH/s se consumano da 2.000 a meno di 3.000 watt.
Tra i marchi leader in questo spazio ci sono Bitmain, Ebang e Innosilicon.
Molti miner utilizzano anche GPU, che si possono trovare spesso nei computer da gioco. Tuttavia gli esperti dicono che sono più adatti per minare altre criptovalute come Ethereum.